sabato 21 aprile 2012

Riorganizzazione dei Servizi Sociali. Welfare di comunità e reperire nuove risorse econonomiche


Il panorama delle problematiche sociali del nostro territorio ha avuto un repentino cambiamento  nel giro di pochi anni. Cambiamento che ha determinato oltre ad un incremento e diversificazione dei bisogni, anche la stratificazione del disagio in generale e un cambiamento dell’humus territoriale. Le forme del disagio sono in continua trasformazione e non si limitano alle tradizionali categorie (handicap, tossicodipendenti, ex detenuti, immigrati ecc.), ma ad esse si affiancano nuove forme di esclusione sociale nell’area delle giovani generazioni, delle generazioni anziane e delle famiglie monoreddito o a totale assenza di reddito.
Inoltre ci troviamo, oggi, in presenza di una grave crisi globale della finanza pubblica e di fronte ai pesanti tagli economici che investono anche le politiche sociali, è impensabile poter dare risposte efficaci ai tanti bisogni dei cittadini senza il coinvolgimento attivo di tutte le risorse umane e materiali presenti sul territorio.

Presupposti programmatici:
La legge 328/2000 "Legge Quadro per la realizzazione del Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali" ha individuato nel “Piano di Zona” lo strumento strategico per governare le politiche sociali. Purtroppo a livello distrettuale dobbiamo rilevare un quasi totale fallimento di  questo importante strumento se, a distanza di due anni dall’approvazione della 2° triennalità  del  Piano da parte dell’Assessorato alla Famiglia della Regione Siciliana, solo i progetti a valenza comunale  sono stati attivati, mentre quelli a valenza distrettuale stentano ancora a partire, con grave danno innanzitutto degli utenti che sono stati per lungo tempo privati di importanti servizi e secondariamente dei tanti operatori che, in un momento di grave crisi occupazionale, hanno perso significative opportunità di lavoro.

Impegno prioritario della nostra amministrazione sarà quello di lavorare per avviare in tempi rapidissimi tutti i progetti del PdZ non ancora attivati e quindi procedere al monitoraggio dei servizi esistenti al fine di rilevare le carenze e le eventuali inefficienze ed intervenire laddove necessario, nei limiti delle risorse disponibili, per il raggiungimento degli obiettivi programmatici che intendiamo perseguire. Successivamente sarà nostro impegno intervenire anche presso l’Assessorato regionale per snellire le procedure burocratiche che troppo spesso rallentano la realizzazione degli interventi e rendere così per il futuro più agevole l’attuazione del PdZ.

Linee guida
Il nostro programma parte da un’attenta lettura dei vecchi e nuovi bisogni sociali espressi dalla popolazione e mira ad aggregare una pluralità  di attori a livello territoriale, sperimentando forme di cittadinanza attiva, fondate sulla valorizzazione delle risorse espresse dal territorio e sullo sviluppo di ambiti e pratiche che riconoscano ed amplino gli spazi di partecipazione sociale.
Il nostro vuole essere un programma dinamico e flessibile  basato su processi decisionali, programmatori ed attuativi di servizi ed interventi sociali e socio-sanitari, fortemente partecipati dalle organizzazioni della società civile, dalle parrocchie alle associazioni, dai centri sociali al servizio civile e dalle stesse persone e famiglie che esprimono esigenze di sostegno e cura.

Intendiamo pianificare, in stretta concertazione e collaborazione con altri soggetti, istituzionali e non, presenti nella nostra comunità, un sistema di servizi che valorizzi, a seconda delle specifiche esigenze, l’attività di integrazione fra area sociale, sanitaria, educativa e lavorativa.

L’idea di fondo è quella di affermare un welfare di comunità che pone al centro del suo agire la persona con l’obiettivo di raggiungere il maggior grado possibile di benessere per tutti i cittadini.

Punto qualificante di tutto il sistema di welfare locale sarà l’istituzione di una “Rete di solidarietà” che svolge la propria attività in modo integrato e coordinato con i servizi comunali.
Auspichiamo la nascita di punti di riferimento a livello di quartiere (che potrebbero essere individuati presso le parrocchie).
E’ un modo per mettere in contatto chi ha bisogno di aiuto con chi può aiutare.
Serve a fornire le risposte più complete e tempestive possibili, coordinando ed integrando gli interventi del privato sociale con i servizi pubblici.

Punto di forza di tutta la nostra azione amministrativa e quindi anche delle politiche sociali sarà quello di sfruttare ogni opportunità utile a reperire risorse, indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

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